Upcycling e salvaguardia dell’ambiente si confermano i concetti chiave del 2023 come dell’intero ultimo decennio. In particolare, l’upcycling del marmo (dove “upcycling” significa riuso, riciclo creativo) è una tendenza molto importante soprattutto in questo periodo in cui tutti dedichiamo maggiore attenzione al rispetto e alla salute del nostro pianeta.
La lavorazione del marmo, infatti, è un’operazione che crea una grande quantità di scarti, detti anche “sfridi”, che di distinguono per genere e dimensioni. Questi sfridi hanno origine dalle rotture che si verificano in fase di lavorazione, molto frequenti vista la natura del materiale, oppure dai pezzi che avanzano dopo aver lavorato oppure estratto un pezzo di marmo.
cosa fare con gli scarti della lavorazione del marmo
A questo dubbio amletico, molti artisti hanno provato a dare una risposta creativa, che si è spesso tradotta nella realizzazione di oggetti insoliti con gli scarti di marmo, complementi d’arredo semplici, economici e sostenibili. Di certo si tratta di oggetti “grezzi” nel loro aspetto, ma incredibilmente affascinanti e fantasiosi. Anche la stessa polvere di marmo viene riutilizzata creativamente in vari settori:
- nella produzione della carta, dove costituisce la carica e il pigmento per la patinatura, fondamentale nel processo di produzione;
- nelle vernici e nei rivestimenti adesivi, dove rappresenta la principale carica minerale, perché la sua finezza e distribuzione granulometrica consentono la copertura totale dei rivestimenti;
- nelle plastiche, dove viene utilizzata come modificatore minerale migliorando i processi e le proprietà meccaniche connesse con il mondo plastico;
- nelle costruzioni, essendo un materiale grezzo ideale per produzione di asfalto, ceramica, vetro, calcestruzzo, detergenti, tegole e mattoni;
- per l’ambiente, dalla desolforazione dei fumi di combustione al trattamento delle acque potabili, ecc;
- nell’agricoltura, dove è un additivo per la produzione di pesticidi e di mangimi per animali;
- nei prodotti alimentari e farmaceutici, dove costituisce il giusto supporto per diverse miscele, fungendo da pigmento bianco e coadiuvante tecnico.

Degno di nota è Marble Beaches, un progetto nato recentemente con lo scopo di risolvere il problema dell’erosione costiera toscana attraverso l’uso di scarti della lavorazione del marmo estratto dalle alpi apuane. In altre parole, lo scopo del progetto è passare dal concetto di derivato come problema a quello di derivato come potenzialità, valorizzando materiali di estrazione secondari e trasformandoli in prodotti pregiati, unici per prestazione e per vantaggi ambientali ed economici. Tra le azioni prevista, rientra la produzione di materiali con creazione di nuove filiere di mercato locale, la produzione di sabbie e ciottoli per spiagge con alto indice di sostenibilità, non solo per il materiale, che è carbonato di calcio puro, ma anche perché viene recuperato materiale precedentemente considerato rifiuto da scartare.
oggetti di design creati con gli scarti di lavorazione del marmo
La collezione Ocean Travertine Stone di Clément Brazille è un perfetto esempio di upcycling del marmo, consistente nel riutilizzo degli scarti del materiale, nello specifico dei cilindri di carotatura dei travertini oceanici, per realizzare una linea di arredi che comprende tavolini, tavolini, scrivanie e librerie.
Il giovane brand Pietretrovanti riusa i frammenti asimmetrici o inutilizzabili del marmo del suo territorio, la Val d’Ossola, per creare oggetti di design e di arte applicata.
Lo svedese Studio EO riutilizza i frammenti di scarto del marmo combinandoli col vetro soffiato per creare i cosiddetti Drill Vases, ovvero vasi nati da pezzi di marmo che presentavano già dei fori.
CTRLZAK realizza per JPC Universe una serie di tavolini dalle forme irregolari che ricordano degli asteroidi, realizzati con marmi neri lucidi.
Moreno Ratti crea, invece, per Stonethica una sorta di puzzle in 3D fatto con tessere di marmi diversi, assemblati e poi lavorati.

Photo credits: Baptiste Coulon – clementbrazille.com