Business, cultura e formazione incontrano la pietra naturale
THE PLUS THEATRE

Hall 10
Marmomac Meets Academies 2023. Advanced Research and Lithic Experimentation
A cura di: Giuseppe Fallacara
Collaboratori alla curatela: Alessandro Angione, Ilaria Cavaliere, Dario Costantino
Supporto tecnico: Katia Gasparini
DVANCED RESEARCH AND LITHIC EXPERIMENTATION – In architettura non esistono materiali antichi o moderni ma è il modo con cui si usa e plasma la materia a renderla corrispondente al suo tempo. Con questa premessa si intende dare significato alle azioni progettuali che saranno presentate all’interno della mostra Marmomac Meets Academies 2023 nel più ampio spazio culturale del Marmomac.
Opere — aziende
CAULA — Emmedue, Etna Stone & Design, DDX, Nicolai Diamant
PORA — Generelli
PROTO I — Gmm, DDX, Gruppo Tosco Marmi O.M.G., Scuola Tecnica del Marmo - Settore Arte e Automazione, Sant’Ambrogio Di Valpolicella
PROTO II — Gmm, Gruppo Tosco Marmi O.M.G., Alphacam by Licom Systems
PROTO III — Generelli, Gruppo Tosco Marmi O.M.G.
STELLATA — Odone Angelo, Nikolaus Bagnara
TESTUDO — Odone Angelo, Nikolaus Bagnara
TRUNCUS I – II — Margraf
PARAMETRIC STONE LANDSCAPE — Bianco Cave by Fato Stone
The Plus Theatre
Marmomac Meets Academies 2023
Stone Translucent Verticalities
Designer/s
Pedro Varela, Maurizio Barberio
Universisties
University of Porto, Polytechnic of Bari
Affiliated Companies / Aziende Affiliate
Solubema and ETMA
Stone Translucent Verticalities è una scultura architettonica che mette in evidenza le potenzialità del design digitale e della fabbricazione in pietra/marmo combinata con l’illuminazione artificiale. Il tema principale del progetto è la relazione tra materiali lapidei scolpiti e la traslucenza: infatti, riducendo lo spessore della pietra in certi punti, la luce può attraversare la materia e permette di illuminarla da dietro. Le due colonne sono come “gemelle diverse”, poiché sono definite dallo stesso modello geometrico, ma la prima è liscia all’esterno e scolpita all’interno, mentre la seconda è scolpita all’esterno e liscia all’interno. Questa dualità permette due diverse percezioni sensoriali dello stesso fenomeno, offrendo ai visitatori dell’esposizione un’esperienza di scoperta variegata.




Petralumina - Floor
Designer/s
Stefano Chiocchini
University
IID – Istituto Italiano Design
Affiliated Companies
PI.MAR S.r.l.
Petralumina è un sistema modulare per pavimenti e rivestimenti realizzato in pietra naturale con motivi decorativi fotoluminescenti inseriti. La linea di prodotti è composta da elementi modulari bidimensionali e tridimensionali realizzati con macchine a controllo numerico e l’inserimento di una miscela di resine naturali e polveri fotoluminescenti che garantiscono la riemissione dei fotoni assorbiti (da luce naturale o artificiale), generando una luce di sicurezza in assenza o in condizioni di illuminazione minima. Le piastrelle hanno varie dimensioni: 15×15 cm, 30×30 cm, 30×60 cm, 60×60 cm, 90×90 cm, 60×120 cm e vari spessori. La fotoluminescenza inserita nel calcare di Lecce unisce il design all’architettura eco-sostenibile, ha una carica e scarica eterna di energia, è un prodotto perfettamente verde e naturale, una fonte di energia pulita e rinnovabile che ci aiuta a risparmiare energia.
Petralumina, è nell’oscurità che si trova la luce.
Kinetic Stone Wall
Designer/s
Giuseppe Fallacara, Micaela Colella
Collaborators
Ing. Pietro Boccadoro
University
Polytechnic of Bari
Affiliated Companies
CNC Design, Stilmarmo S.r.l.
Il prototipo del Kinetic Stone Wall rappresenta una porzione di facciata in pietra, costituita da una grande lastra di pietra di Apricena, in cui è stata intagliata una trama generata da una geometria ricorsiva. I “petali” di pietra, così generati, possono aprirsi e chiudersi grazie a un meccanismo posto dietro di essi, permettendo all’aria e alla luce di penetrare nell’edificio secondo necessità. Il meccanismo di movimento consiste in un motore elettrico che può essere attivato a distanza o tramite sensori, programmato con Arduino.
Negli ultimi anni, esempi di edifici con involucri capaci di modificare la loro configurazione in base alle mutevoli esigenze degli utenti e alle condizioni climatiche cambianti, durante le stagioni e durante lo stesso giorno, si sono diffusi con molteplici soluzioni tecniche con risultati estetici di grande impatto. Mentre la maggior parte di queste soluzioni prevede l’uso di materiali molto leggeri, in primo luogo pannelli di alluminio, in questo caso la soluzione proposta prevede l’uso di pietra tagliata con uno spessore ridotto e accoppiata con un materiale altrettanto leggero quanto resistente e adatto all’estetica della parte interna del muro, il legno. In questo modo, è possibile integrare meccanismi e logiche reattive all’interno di edifici con un involucro murario in pietra.






Butterfly wing
Designer/s
Nicola Parisi, Francesco Fieni
University
Polytechnic of Bari
Affiliated Companies
Manzi Marmi S.r.l., Robologica S.r.l.
Progettato per sfidare i limiti produttivi delle tecniche di fabbricazione a controllo numerico, questo prototipo sperimentale è stato realizzato utilizzando specifici processi di fabbricazione digitale sottrattiva che approssimano il risultato ottenibile tramite tecniche di prototipazione ibride sovrapponendo sezioni ottenute da un processo di lavorazione robotizzato conosciuto come doppia lavorazione. Le geometrie dell’artefatto sono progettate utilizzando un algoritmo procedurale con l’obiettivo di dimostrare le prestazioni strutturali delle superfici minime conosciute come giroidi, che possono garantire una significativa riduzione del peso della struttura senza comprometterne le prestazioni meccaniche.
L’obiettivo della ricerca è compiere i primi passi verso la dimostrazione dell’enorme potenziale del riutilizzo dei materiali di scarto provenienti dalla lavorazione della pietra per un’architettura circolare ad alte prestazioni. Le implicazioni future di questa ricerca includono il coinvolgimento di campi interdisciplinari, come la scienza dei materiali e lo sviluppo di tecnologie di fabbricazione digitale ibride, e persino la possibilità di affrontare le sfide della produzione di forme geometriche sempre più complesse che non possono essere raggiunte con tecniche di sottrazione o aggiunta isolate.
TechnoVauld
Designer/s
Dustin White
University
Florida Atlantic University (FAU) School of Architecture
Affiliated Companies
Concr3de 3D Printing, PI.MAR S.r.l.
TechnoVauld è un neologismo che deriva dalla fusione delle parole “techno” e “vault”, un connubio tra tecnologia e forma architettonica. Il progetto mira a mostrare l’integrazione della tecnologia di produzione additiva nella costruzione a bugnato attraverso un innovativo processo di fabbricazione di pietra stampata in 3D. TechnoVauld rappresenta un processo creativo e immaginativo di progettazione che evoca un senso di modernità e innovazione nel campo dell’architettura e della costruzione, affrontando al contempo la critica necessità di onorare la natura preziosa della pietra come risorsa finita. Sfruttando la tecnologia di produzione additiva, possiamo superare le sfide ambientali e promuovere una gestione responsabile dei materiali nell’industria delle costruzioni e dell’architettura. Questa tecnologia ci consente di ridurre gli sprechi, ottimizzare l’uso delle risorse e integrare materiali sostenibili nel processo di stampa 3D. Di conseguenza, possiamo minimizzare l’impatto ambientale delle attività di costruzione e migliorare la sostenibilità complessiva del nostro ambiente costruito.
Inoltre, l’utilizzo di TechnoVauld non solo riflette i progressi tecnologici, ma ci permette anche di esplorare una nuova prospettiva per onorare il materiale della pietra. Riconoscendo le connotazioni simboliche e spirituali del materiale, continuiamo ad aggiungere profondità e significato all’ambiente costruito. Questo approccio armonizza la creatività umana con la bellezza e la forza del mondo naturale, garantendo che mantieniamo la significatività culturale e l’appeal estetico associati alla pietra. In conclusione, TechnoVauld rappresenta un percorso innovativo per abbracciare non solo la tecnologia nella costruzione, ma anche per onorare e preservare la natura preziosa della pietra come risorsa finita. Attraverso una gestione responsabile dei materiali e una prospettiva fresca, possiamo costruire un futuro sostenibile che combina modernità, innovazione e la bellezza intrinseca della pietra.





M(AIR)ble CHAIR
Designer/s
Marco Massafra, Francesco Ciriello
University
Polytechnic of Bari
Affiliated Companies
Gurrado Marmi s.r.l., Archimed s.r.l.s.
La sedia M(AIR)ble nasce dalla combinazione di due diverse tecniche di fabbricazione digitale: la stampa 3D di una struttura giroidale realizzata con materiale flessibile e la fresatura robotica del marmo. Questa combinazione introduce un nuovo concetto di sedia che offre un nuovo equilibrio tra flessibilità, resistenza ed estetica. La struttura portante della sedia presenta una geometria giroidale, una struttura matematica appartenente a una classe di forme conosciute come superfici minime. Il giroide è caratterizzato da una griglia ripetitiva che si estende all’infinito in tre dimensioni; è composto da superfici curve e contorte interconnesse che formano una rete di canali che attraversano l’intera struttura, consentendo il passaggio dell’aria. La base giroidale è stata realizzata attraverso un processo di stampa 3D FDM, utilizzando un materiale TPU (poliuretano termoplastico) a processo unico, che combina le proprietà della gomma e della plastica, fornendo alla base della sedia flessibilità, elasticità e resistenza agli urti, agli impatti e agli agenti chimici. Il sedile e lo schienale in marmo di Carrara coprono la parte superiore della base, integrandosi con la forma sinuosa in continuità con la struttura giroidale. La combinazione del materiale flessibile estruso in una geometria matematica ripetuta e della fresatura robotica del marmo conferisce alla sedia un nuovo equilibrio tra resistenza e flessibilità, consentendo un comfortevole posizionamento mentre mantiene l’integrità strutturale.
Bridge Table. A tribute to Sergio Musmeci
Designer/s
Giuseppe Fallacara
University
Polytechnic of Bari
Affiliated Companies
Mastropasqua Marmi S.r.l., Donatoni Macchine S.r.l.
Il genio creativo di Sergio Musmeci, un noto ingegnere strutturale italiano famoso per il ponte sul fiume Basento (Potenza, Basilicata, Italia), continua a ispirare ricerche su scala multipla riguardanti la struttura minima e le superfici minime. Le superfici minime sono definite geometricamente come superfici che minimizzano l’area tra dati bordi. Il “Bridge Table” è ispirato da un disegno di un pilone di un ponte realizzato da Sergio Musmeci, esposto al Maxxi di Roma in una mostra dedicata a lui, intitolata “inGenio Idee visionarie dall’Archivio di Sergio Musmeci“. Il pilone di un ponte diventa la base di marmo di un tavolo, cambiandone la scala. La complessità della forma richiede strumenti specifici per la lavorazione CNC, in modo che la forma sottile e a doppia curvatura del tavolo possa essere estratta da un unico blocco di marmo bianco. La sottigliezza del marmo ottenuta per la costruzione della struttura, partendo da un unico blocco, è la vera sfida dell’opera.




Coral Sitting
Designer/s
Massimo Russo
University
Polytechnic of Bari
Affiliated Companies
Techology Helios Automazioni, Manufacture Sante Aceto Gruppo Tortuga Design
Il design organico è liberamente ispirato alla geometria reticolare del corallo. Il sedile si presenta come parte di un possibile sistema modulare complesso. Le sue linee curve e cavità rispondono a una logica matematica generativa; è un oggetto che restituisce un’immagine non convenzionale, una metafora che si riferisce alla struttura e alle parti più intime del materiale.
Osteomorphic helicoidal staircase
Designer/s
Giuseppe Fallacara
Collaborators
Francesco Tarricone, Francesco Brunetti
University
Polytechnic of Bari
Affiliated Companies
FabLab Poliba, Stilmarmo S.r.l., Tarricone Prefabbricati, CNC Design, Mapei S.p.A.
Il prototipo rappresenta l’ultimo di una serie di esperimenti svolti sul tema della scala elicoidale composta da elementi portanti modulari. Si tratta dell’evoluzione degli studi sulle scale stereotomiche presenti nei trattati francesi sin dal periodo Rinascimentale. In particolare, la scala elicoidale Osteomorphic è una scala elicoidale con una rampa portante e gradini di supporto, composta da elementi prefabbricati modulari in calcestruzzo armato e gradini in pietra di Apricena rinforzata con fibre. La morfologia della rampa portante della scala è ispirata alla colonna vertebrale, dove ogni vertebra è forata al centro per il passaggio del calcestruzzo armato, che rappresenta il midollo osseo della struttura. Ogni vertebra è stata costruita partendo da un modello tridimensionale stampato in 3D, da cui è stato creato lo stampo. Il gradino poggia su tre punti della vertebra ed è composto da una lastra di pietra di 3 cm la cui parte inferiore è scavata per l’inserimento di malte e barre in acciaio inossidabile ad alte prestazioni strutturali, che impediscono la fragilità e la rottura della sottile lastra di calcare.




Stone Origami – Rocalia 2023
Designer/s
Giuseppe Fallacara
Collaborators
Marco Stigliano, Michele Masciavè
University
Polytechnic of Bari
Affiliated Companies
Association Rhônapi, Mastropasqua Marmi S.r.l.
Stone Origami è un frammento di un sistema di copertura ispirato alla geometria triangolare dell’origami. Il prototipo è un rifugio urbano per i passanti e i viaggiatori. Ha una geometria multifaccettata ed è composto da elementi bidimensionali assemblati insieme. La ricerca si è concentrata sulla possibilità di creare un pannello sandwich a doppia faccia capace di svolgere sia funzioni strutturali che estetiche, composto da una lamiera portante in metallo, un pannello in nido d’ape di alluminio e uno strato sottile di pietra naturale (pierre bleue de Savoie e pierre de Chandoré). I pannelli così prodotti possono essere assemblati all’infinito, tramite connessioni meccaniche metalliche, e possono creare forme complesse generate dalla composizione triangolare degli elementi. Il sistema costruttivo può essere facilmente smontato e rimontato e può assumere diverse configurazioni formali con gli stessi elementi costitutivi. Il prototipo nella sua interezza sarà presentato al Salone Rocalia (Lione, Francia) nel dicembre 2023.
Arx Eterea Petrae
Designer/s
Sara D’Adamo, Teresa Lanzetta, Clara Rosa Romano, Clelia Santovito, Andrea Sgherza, Giuseppe Tota
University
Polytechnic of Bari
Affiliated Companies
Lanzetta Francesco & Figli S.N.C.
Il progetto architettonico creato durante il Corso di Progettazione Architettonica IV tenuto dal prof. Arch. Fallacara e successivamente migliorato e approfondito durante il laboratorio di tesi finale, consiste in un rivestimento per una facciata realizzato con moduli semi-portanti in pietra di Minervino Murge e pannelli di riempimento opzionali costituiti da sottili lastre di marmo. La pietra di Minervino Murge è rinomata tra le pietre del bacino di Trani per la sua resistenza e durabilità. La sua struttura compatta e la composizione minerale la rendono in grado di resistere efficacemente alle intemperie e agli agenti atmosferici, mantenendo la sua bellezza e integrità nel corso degli anni. L’inserimento di sottili lastre di marmo all’interno della facciata offre varie possibilità di progettazione e funzionalità. Non solo creano un gioco di luce e ombra lungo la superficie dell’edificio, ma possono anche essere lasciate aperte per consentire il passaggio diretto dell’aria, migliorando la ventilazione degli spazi interni. Questa caratteristica può essere particolarmente importante in climi caldi e umidi, come quello mediterraneo, dove la circolazione dell’aria è essenziale per il comfort degli occupanti.





Sempiternal Renascence
Anne-Cécile Surga
Collaborators
Giuseppe Fallacara, Francesco Ciriello
University
Polytechnic of Bari, FabLab Poliba
Affiliated Companies
Hérès, Nanterre; Centro Internazionale per la Scultura, Peccia, ArchiMed 3d
La Sempiternal Renascence porta il suo contributo contemporaneo alla storia: l’artigianato e le conoscenze ancestrali lavorano con nuove tecnologie per affrontare le sfide della fabbricazione digitale con la soluzione migliore. Il progetto scultoreo è composto da tre elementi in marmo svizzero Cristallina, uniti insieme da due elementi di giunti pneumatici flessibili stampati in 3D. Questi ultimi, oltre a garantire una connessione morbida tra i blocchi di marmo, ne assicurano l’adesione grazie alla conformazione di micro ventose delle parti costituenti il giunto. La forma del progetto proviene da una scultura originale in marmo di 60 cm dell’artista Anne-Cécile Surga, che è stata digitalizzata in 3D, divisa in tre elementi e tagliata utilizzando una macchina CNC. Dopo il completamento dei tagli robotici, l’artista ha lavorato nuovamente a mano sul marmo per conferire la forma finale. Il progetto connette arte, scienza e tecnologie: oltre alla creatività dell’artista, sono necessari concetti di geometria e nuova stereotomia fluida, nonché l’ultima meccanizzazione basata su computer, per portarlo a termine. Questi tre assi di ricerca sono metaforizzati nei tre elementi dell’opera. Lo strato che unisce questi concetti intreccia ciò che può essere pensato come opposto in un insieme armonioso.
Stone and structure - Innovative construction with load-bearing natural stone
Designer/s
Anne Hangebruch, with students BA / MA
Collaborators
Anne Hangebruch, Christian Hartz
University
TU Dortmund University
Affiliated Companies
Bamberger Natursteinwerk Hermann Graser GmbH
Con il seminario di progettazione e costruzione Pavilion of Stone, la Jun.Prof. Architetto Anne Hangebruch e gli studenti stanno esplorando il potenziale della pietra naturale come elemento statico e non solo come rivestimento nell’architettura contemporanea. In stretta collaborazione con la Bamberger Natursteinwerk Hermann Graser GmbH, stanno cercando soluzioni sperimentali e innovative che utilizzino la pietra come materiale strutturale. L’obiettivo è sondare l’equilibrio tra le necessità costruttive, le condizioni strutturali e l’aspetto all’interno di un ampio contesto architettonico. Vengono ricercati e sviluppati metodi costruttivi ed espressivi specifici per la pietra naturale. Il Prof. Dr.-Ing. Christian Hartz supervisiona la pianificazione strutturale integrata dei progetti.
Il concetto d’uso fa parte di un concorso per studenti, dove si potrebbe immaginare bene una temporanea caffetteria. Proprio come un chiosco crea uno spazio per incontri amichevoli al di là della sua funzione commerciale, la realizzazione prototipica del Pavilion of Stone intende fornire sia agli studenti che agli insegnanti l’opportunità di uno scambio informale nel campus meridionale della TU Dortmund. Una delle proposte di progetto è mostrata come modello di pietra 1:3: La creazione dello spazio si basa sulla costruzione di una classica volta a crociera. Pertanto, le forze nell’arco seguono una linea parabolica, la linea di sostegno, rendendo la volta autoportante. Inoltre, la sezione della pietra è realizzata in modo tale che non ci siano giunti orizzontali esposti tra gli elementi di pietra singoli. La struttura superficiale del padiglione è il risultato del processo di fabbricazione delle forme complesse. In sintesi, il progetto illustra le possibilità attuali di lavorare con la pietra naturale utilizzando la robotica.





Particle-Trail
Designer/s
Michael Davis, Alessandro Premier, Sarosh Mulla
Collaborators
Davis Wu, Ricky Wong, Adam Hunt, Katia Gasparini
University
University of Auckland, Faculty of Creative Arts and Industries, School of Architecture and Planning, Future Cities Research Hub
Affiliated Companies
Pietre Rare s.r.l.
Il progetto di ricerca proposto dal team dell’Università di Auckland è un elemento di arredamento generato da un progetto concettuale basato sulle tracce del sistema di particelle di Unity. In questo progetto specifico, le particelle sono costituite da piccole strutture simili a coralli ispirate alla struttura delle ossa, che vengono assemblate insieme per creare un nuovo modello. Il progetto concettuale riproduce un’approssimazione della struttura interna delle ossa, l’osso spugnoso (cancellous bone), come può essere osservato tramite micrografia elettronica a scansione (SEM). L’osso spugnoso si trova nella struttura interna delle ossa, mentre l’osso compatto costituisce l’esterno. L’osso spugnoso è caratterizzato da strutture simili a celle d’alveare. Queste strutture aiutano a fornire supporto e resistenza allo scheletro umano.
L’evoluzione del progetto ha considerato una piccola porzione della struttura originale ed esplorato diverse possibilità per trasformarla in un elemento architettonico. Attraverso la modellazione algoritmica, la struttura viene tradotta in un oggetto a forma di arco che può essere scalato e utilizzato in contesti diversi e per scopi diversi (ad esempio, elemento architettonico, arredamento). L’oggetto ha il potenziale per diventare modulare e utilizzato come componente di altre strutture. Particle-Trail utilizza due strutture a forma di arco (uguali ma opposte) che diventano la struttura portante di un tavolo. Originariamente concepito come un insieme di componenti stampate in 3D, l’obiettivo di Particle-Trail è quello di sfruttare nuove tecnologie di fabbricazione sottrattiva per progettare e realizzare mobili che possono essere costruiti in pietra naturale.
OverThree
Designer/s
Aurora Camparsi, Sofia Carazza, Jessica Rita De Martin Topranin e Cecilia Pauletti
University
Accademia di Belle Arti Statale di Verona
Affiliated Companies
Donatoni Macchine S.r.l.
OverThree è una parete divisoria, decorativa e modulare, realizzata in marmo. Si ispira alle onde e ai riflessi della superficie dell’acqua. È composta da tre lastre identiche che vengono ripetute e ruotate di 90° e 180° e inserite in una base speciale. Ogni lastra ha dei fori e, posizionandole l’una contro l’altra, creano giochi di luce e ombra.





FIGURA
Designer/s
Vincenzo Minenna
University
Polytechnic of Bari, CDLM Industrial Design
Affiliated Companies
PI.MAR S.r.l.
Il progetto si basa sull’innovazione guidata dalla tecnologia, ovvero sulla possibilità di integrare nuove tecnologie al prodotto o al processo produttivo, al fine di migliorarne le prestazioni, l’usabilità, il costo di produzione, ecc. Il processo di progettazione adottato è legato a metodi di progettazione centrati sull’utente (che pongono l’utente al centro della progettazione) e tecniche di fabbricazione digitale potenziate dall’uso di metodi parametrico-generativi. Pertanto, i vari aspetti teorici e tecnologici possono essere perfezionati e possono innovare i metodi di trasformazione, prefigurazione, composizione e prototipazione del materiale in pietra con conseguente miglioramento dell’usabilità e dell’accessibilità del prodotto (test di esperienza utente). Il punto di partenza dell’esperimento è stata la comprensione delle molteplici interazioni nella relazione tra il design in pietra e le tecnologie, in particolare la ricerca matematica orientata alla sperimentazione di un vaso.
Una migliore strategia di progettazione è stata identificata attraverso il metodo generativo, che si basa principalmente sulla progettazione di un algoritmo contenente dati di progettazione semplici (aspetti geometrici e formali), che possono essere migliorati dall’input di altre restrizioni (come produzione, assemblaggio, caratteristiche statiche e materiali) o variabili parametriche (condizioni ambientali o particolari sollecitazioni statiche). A tal proposito, il modello è stato realizzato con strumenti parametrici con cui è possibile ottenere varianti del modello di base agendo su variabili come spessore, altezza, inclinazione, pattern, ecc. L’algoritmo generato è stato caricato su una piattaforma web composta da una preview tridimensionale e una barra di controllo per le variabili. L’interfaccia è progettata per essere implementata su un sito web ed è particolarmente adatta a scopi commerciali.
Stereotomic Tripod
Designer/s
Ilaria Cavaliere, Alessandro Angione, Dario Costantino
Collaborators
Francesco Brunetti
University
Polytechnic of Bari
Affiliated Companies
FabLab Poliba, Stilmarmo S.r.l., CNC design, Mapei S.p.A.
Il Stereotomic Tripod è una volta triangolare composta da elementi cavi stampati in 3D, sagomati per creare diversi motivi. Gli spigoli sono caratterizzati da conci quadrangolari, mentre gli angoli sono riempiti con un motivo triangolare. L’intero sistema è stato concepito per essere assemblato senza l’uso di centinature, fissando reciprocamente i blocchi tramite viti. Anche se è stato realizzato in PLA, la volta è stata progettata seguendo le regole della stereotomia, una disciplina storicamente legata alla pietra. Inoltre, i tre conci pentagonali in corrispondenza degli appoggi sono ricoperti con lastre di pietra di Apricena sull’estradosso, al fine di mostrare la possibilità di creare innovative casseforme.
La parte centrale del Stereotomic Tripod è completata con una struttura realizzata in fibre di vetro intrecciate e fibre di carbonio, che mantengono la sua forma poiché sono impregnate di resina epossidica. In particolare, la rete di fibre di vetro mira a creare la giusta geometria, su cui la fibra di carbonio può posarsi correttamente, rinforzando la struttura. Le fibre di carbonio contribuiscono a migliorare la rigidità dell’intera struttura, prevenendo l’inclinazione delle volte. Il Stereotomic Tripod è un dimostratore della possibilità di combinare diverse tecniche e tecnologie innovative, partendo dalla tradizione litica e ibridandola con nuovi processi di fabbricazione e materiali.





MultiSENSE - inclusive sensory seating
Designer/s
Madina Gabbazova, Alejandra Fuertes Garcia, Eleonora Natale, Annalaura Nucci
Collaborators
Elio Ravà, Carlos Acosta Fontana
University
University of Rome “Sapienza”
Affiliated Companies
Balducci Marmi S.r.l. – Camporgiano LU
MultiSENSE consiste in sedute modulari inclusive che combinano diverse esperienze sensoriali per essere utili alle persone con ridotte capacità percettive. L’obiettivo è creare mobili urbani che non solo siano accessibili a tutti, ma che siano anche utili per l’accessibilità dei luoghi in cui sono posizionati. L’uso del marmo non solo richiama la tradizione artistica e architettonica di molti luoghi storici, ma propone anche un contrappunto emblematico tra il monumentale e l’ordinario. Le sedute fanno parte di un ampio sistema in fase di sviluppo che integra la lavorazione della pietra con avanzati sistemi di rilevamento e comunicazione Wi-Fi. I quattro prototipi in mostra si riferiscono a una serie di esperienze sensoriali, ognuna basata su uno dei cinque sensi. HEAR_IT incorpora una fonte sonora attivata per fornire informazioni, ad esempio, sulla posizione urbana.
WATCH_IT utilizza uno stimolo luminoso per attirare l’attenzione e fornire indicazioni direzionali. SNIFF_IT produce un profumo che facilita l’identificazione della seduta e ne rende piacevole l’utilizzo. TOUCH_IT può includere segnali tattili o Braille. Le diverse finiture delle superfici possono essere personalizzate in relazione all’orientamento per fornire un’indicazione aggiuntiva. Nella versione commerciale, le sedute possono essere attivate sia automaticamente che tramite interruttore. Le sedute sono state concepite durante il laboratorio di progettazione di Architettura e Progettazione Edilizia II (Prof. Marco Ferrero) del corso di laurea magistrale in Ingegneria Architettonica presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” e poi sviluppate in collaborazione con l’azienda Balducci Marmi, che ha anche prodotto i prototipi. Gli studenti sono stati supervisionati e guidati dagli architetti Elio Ravà e Carlos Acosta Fontana, oltre che dal Prof. Marco Ferrero stesso. La piattaforma digitale è attualmente oggetto di studio presso la Facoltà di Ingegneria Civile e Industriale dell’Università “La Sapienza”.
Da Vinci’s Bridge
Designer/s
Giuseppe Fallacara, Nicola Parisi, Ilaria Cavaliere, Angelo Vito Graziano
University
Polytechnic of Bari
Affiliated Companies
FabLab Poliba, WASP, B&Y S.r.l.
Il Da Vinci’s Bridge è una reinterpretazione moderna del ponte progettato dal genio italiano Leonardo Da Vinci nel 1502. Il modello proposto è composto da nove conci stereotomici, concepiti per essere realizzati attraverso la fabbricazione additiva. La stampa 3D sta rapidamente diffondendosi nel settore delle costruzioni e alcuni prototipi di ponti stampati in 3D sono già stati realizzati utilizzando il cemento. Lo scopo di questo progetto è testare una nuova miscela a base di polvere di pietra (utilizzando materiali di scarto dalle cave pugliesi), al fine di proporre un approccio sostenibile alla costruzione litica. Il piccolo ponte è stato pensato per essere stampato con una stampante Delta WASP 3 mt utilizzando un percorso di stampa caratterizzato da strati non orizzontali. Infatti, ogni strato è orientato in modo perpendicolare agli sforzi al fine di massimizzare le prestazioni strutturali.




Stereoma
Designer/s
Giuseppe Fallacara
Collaborators
Ilaria Cavaliere, Dario Costantino, Alessandro Angione, Sara D’Adamo, Teresa Lanzetta, Clara Rosa Romano, Clelia Santovito, Andrea Sgherza, Giuseppe Tota
University
Polytechnic of Bari, FabLab Poliba
Affiliated Companies
Stilmarmo Srl, CNC Design, Tarricone Prefabbricati, Mapei S.p.A.
Il set-up centrale dell’esposizione “Marmomac Meets Academies” consiste in una “volta” sospesa composta da pezzi di breccia artificiale di corallo appesi al soffitto secondo uno schema geometrico preciso. La ricerca si concentra su tre aspetti fondamentali: il primo riguarda la possibilità di replicare artificialmente la breccia di corallo naturale utilizzando specifici aggregati, leganti e additivi; il secondo è legato alla possibilità di ricreare l’aspetto di uno spazio a volta, controllando la geometria globale della cupola e i punti di attacco al soffitto; il terzo si riferisce all’interpretazione del termine greco stereoma (firmamento in latino, ovvero il cielo stellato, il luogo in cui le stelle sono fisse in uno spazio infinito), focalizzandosi sui suoi elementi fondamentali, cioè le stelle fisse sospese nella volta del cielo. I pezzi realizzati con la breccia ricomposta sono internamente dotati di frammenti di vetro riciclato che si illuminano quando colpiti dalla luce artificiale o naturale, simulando il bagliore delle stelle. Il termine stereotomia deriva dal termine stereoma ed è utilizzato per indicare la disciplina che si occupa del taglio scientifico delle pietre per costruire spazi a volta. Infine, la breccia di corallo ricomposta è molto simile alla breccia di corallo di Castel del Monte e può essere considerata una sorta di omaggio a questo monumento costruito in Puglia dall’imperatore Federico II di Svevia nel 1240.