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The Eternal & the Ephemeral

La dinamica della forma urbana nella visione di open architecture. Tra i progetti presentati nella mostra Soul of City a Marmomac 2017, quello del team internazionale Open Architecture, fondato da Li Hu e Huang Wenjing a New York e basato a Pechino dal 2008, non ha proposto un oggetto dalla forma definita ma un’installazione mutevole.

Open crede infatti nel potere dell’architettura di trasformare le persone e il modo in cui vivono, affermando un nuovo equilibrio fra le creazioni dell’uomo e le risorse della natura. L’anima della città sta nella sua eternità, nel tempo, nella condivisione, nella memoria e nella collettività. Dal momento che la mostra doveva durare solo quattro giorni e che la pietra è un materiale intrinsecamente pesante, bilanciando caducità e pesantezza OPEN ha pensato a un progetto che potesse gradualmente “scomparire” nel corso dell’esposizione, auto-disallestendosi al termine della manifestazione. Un grande blocco cubico di Pietra calcarea di Lecce di un metro e mezzo di lato è stato tagliato in 8000 piccoli cubi della dimensione di 7,5 centimetri, su ciascuno dei quali è stato stampato il logo della mostra e un numero seriale, da 1 a 8000. Pimar ha messo a disposizione il materiale e la lavorazione, mettendo in opera il concept dell’installazione.

Un grande blocco cubico di Pietra calcarea di Lecce di un metro e mezzo di lato è stato tagliato in 8000 piccoli cubi della dimensione di 7,5 centimetri, su ciascuno dei quali è stato stampato il logo della mostra e un numero seriale, da 1 a 8000. Pimar ha messo a disposizione il materiale e la lavorazione, mettendo in opera il concept dell’installazione.

Ogni piccolo cubo è dunque unico, sia per le diversità di consistenza e texture della materia sia per il numero seriale progressivo assegnato; ma visti nel loro insieme, acquisiscono un significato più ampio. Ogni visitatore della mostra infatti è invitato a decostruire il cubo inizialmente integro e a portare con sé un frammento dell’installazione, ciascuno dei quali nella sua unicità resterà per sempre legato alla memoria della mostra,in qualunque parte del mondo vada a finire. Togliendo i piccoli cubi dal blocco iniziale, la sua forma continua a cambiare, dalla geometria cubica a un profilo che assomiglia sempre più ad uno skyline urbano. Il visitatore diventa così anche esecutore dell’installazione, e l’azione entra a far parte del progetto.

In questo senso l’anima della città – il tema di Soul of city, la mostra, curata da Luca Molinari e PLATFORM Architecture & Design che ha indagato, attraverso la pietra, alcune possibili visioni della città contemporanea – ha trovato espressione nell’equilibrio continuamente mutevole tra effimero e durevole.

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