Leggerezza e dettagli straordinari grazie alle “Macchine virtuose”. Due lampadari di pietra: parrebbe una sfida impossibile, pensando al peso specifico della materia lapidea, eppure le più avanzate tecniche di lavorazione a controllo numerico assieme ad una sofisticata progettazione parametrica la rendono oggi possibile.
La prova tangibile all’interno di Macchine Virtuose, la mostra curata da Raffaello Galiotto per Marmomac 2017 con l’obiettivo di alzare l’asticella della sperimentazione sul fronte delle tecniche di trasformazione e lavorazione del comparto, e dimostrare al tempo stesso la loro applicazione nel campo degli oggetti d’uso di produzione seriale e commerciale. Genesi è una lampada a sospensione costituita da 36 segmenti cavi in marmo Calacatta assemblati ad anello, con una sorgente luminosa interna a luce led che esalta la natura traslucida del materiale. Ciascun segmento è stato prodotto con sei tagli waterjet su sei marmette trapezoidali. La riconfigurazione degli elementi in forma chiusa è guidata da cavi d’acciaio passanti su fori praticati sugli stessi segmenti. La sagomatura, le aperture e la forma organica della lampada sono frutto di una sofisticata progettazione tridimensionale. L’ingombro dell’oggetto, realizzato da Mondo Marmo Design e Prussiani Engineering, è più di cinque volte volte il volume del materiale impiegato, per massimizzare la dimensione e ridurre al minimo la materia prima. Mentre Genesi è un disegno originale di Raffaello Galiotto, Rezzonico è il redesign che lo stesso autore ha fatto di un lampadario di tradizione veneziana di Seguso Gianni. In questa sperimentazione, l’insieme di elementi vitrei montati su struttura metallica viene interpretato con l’impiego del marmo – nel caso specifico, Palissandro fornito dal Gruppo Tosco Marmi – lavorato con la tecnologia waterjet da Intermac per dimostrare le straordinarie potenzialità del taglio ad acqua, in grado di realizzazione prodotti finemente dettagliati e con notevole riduzione di materiale. Il lampadario, che misura 137 cm di diametro, è stato infatti ricavato da una lastra di soli 70x70x5 cm: un ulteriore esempio di economia dei mezzi rispetto ai fini.



dalla materia all'opera
Lo spirito dell’esposizione, volta a evidenziare il rapporto tra espressione artistica, tecnologia e pietra naturale, è bene esemplificato dal lavoro di Nicolas Bertoux, che trae origine da un’unica lastra rettangolare sulla quale sono effettuati cinque tagli sinuosi ispirati alle curve di livello di una carta topografica, realizzati con una macchina a getto d’acqua a controllo numerico. Da questa lavorazione sono usciti sei elementi, ricomposti e assemblati uno sopra l’altro, creando cosi una composizione tridimensionale. Disposta in verticale, la lastra con la sua silhouette montagnosa ricorda l’ingresso monumentale di alcune cave di pietra.

Nel trittico pensato da Raffaello Galiotto, la distribuzione casuale delle venature litiche è incisa da complessi disegni realizzati mediante fresature automatiche, che alludono a forme organiche e alle loro logiche generatrici.


la natura come ispirazione
Nella scultura di Sylvestre Gauvrit, la superficie del marmo apparentemente grezza si rivela essere il frutto di una minuziosa lavorazione assistita dagli utensili meccanici, disciplinatamente al servizio della purezza della forma complessiva. Come per l’opera di Jon Isherwood, ispirata al cambiamento di una forma vegetale che progredisce e si sviluppa in un altro materiale. Il colore e le venature della pietra possono esprimere i diversi pattern e la natura organica del marmo, analogamente alla maniera in cui un fiore apre i suoi petali e mostra la sua bellezza. È la macchina a segnare la forma, accentuare i diversi livelli di spessore e incidere linee continue, come uno strumento musicale che segua uno spartito musicale.





Quando a dirigere è Cynthia Sah, le tracce delle incisioni realizzate dalla macchina esprimono il fluire di una forma che riproduce i terrazzamenti scolpiti dalla natura, come una catena montuosa scavata lentamente tra colline e vallate.



credits
Diapason
Designer: Nicolas Bertoux
Produzione: Cms
Materiale: Bianco Carrara
Symmetric
Designer: Raffaello Galiotto
Produzione: Emmedue
Software: DDX
Trattamenti: Fila Industria Chimica
Materiale: Azul Macaubas by Essegra International, Avorio Venato AZ
Utensili: Nicolai Diamant
Sotto la buccia trovi l’anima
Designer: Sylvestre Gauvrit
Produzione: Massimo Galleni
Utensili: Tyrolit Vincent
Materiale: Bianco Carrara
Flourish
Designer: Jon Isherwood
Produzione: Garfagnana Innovazione
Materiale: Breccia Vagli Violetta, Bardiglio Imperiale Orto di Donna
Wave’s Passage
Designer: Cynthia Sah
Production: Denver
Software: Taglio
Materiale: Bianco Carrara



