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Aspettando Marmomac 2019: giovani e litici

Lo Young Stone Project è molto più di una esposizione all’interno della annuale rassegna The Italian Stone Theatre.

A monte c’è infatti un progetto di ricerca e una serie di iniziative – corsi, workshop, rapporti con le aziende, sperimentazioni – di cui la mostra rappresenta solo la punta dell’iceberg. È così che prima di entrare nella Hall 1 i visitatori di Marmomac trovano, come ideale rito di passaggio dalla formazione alla professione, una selezione dei prototipi elaborati in ambito didattico, realizzati da aziende del settore che hanno creduto e credono nella sperimentazione. Momento culminante è poi l’incontro tra i vari protagonisti, chiamati a confrontarsi sul percorso e sugli esiti del progetto in una tavola rotonda che nell’edizione 2018 è stata coordinata da Domenico Potenza, docente presso il Dipartimento di Architettura dell’Università di Chieti Pescara, uno dei poli universitari coinvolti già da alcuni anni grazie ai protocolli di intesa con Veronafiere.

da Bari a New York

Tra gli intervenuti, un nome noto per i frequentatori abituali di Marmomac è quello di Giuseppe Fallacara, che in più occasioni nelle edizioni precedenti ha esposto gli esiti delle sperimentazioni condotte con gli studenti del Politecnico di Bari dove insegna. Quest’anno Fallacara ha passato in rassegna il suo lavoro di ricerca, a partire dai flashback sulla seduta Moebius (2016), caratterizzata dalle doppia curvatura di spessore sottile di pietra fibrorinforzata, e Hyperwall (2016), un muro lapideo traforato modulare i cui conci sono ottenuti da pietra ricomposta sulla base di scarti di Pietra Leccese. La possibilità di ottenere singoli elementi ripetibili sia da materiali di scarto che dal taglio della pietra naturale utilizzando il filo diamantato è stata sperimentata anche in momenti successivi, culminando per progetto From new marble to new research condotto al New York Institute of Technology assieme a Christan Pongratz. L’obiettivo in questo caso è di realizzare padiglioni iperboloidi con blocchi ottenuti da stampa 3D, ipotesi che ha portato al progetto dell’edificio per una scuola come prototipo di una stereometria 2.0.

attraverso le scuole

Con gli interventi successivi sono state illustrate le ricerche nelle scuole di architettura e design delle università italiane. Marco Ferrero per la Scuola di Ingegneria della Sapienza di Roma è per l’ottava volta a Marmomac, portando quest’anno alla realizzazione di un prototipo (la panca Combo) esposto in mostra. Raffaello Galiotto all’interno del corso di Laurea in Design del Prodotto Industriale dell’Università di Ferrara sta portando avanti da alcuni anni la sperimentazione sulla tecnica del taglio a filo diamantato, grazie alla collaborazione con Pellegrini Meccanica oltre a Margraf e Vicentina Marmi. Una tecnica che, premettendo di scomporre la materia e ricomporla in una forma adeguata, permette di economizzare il tempo, l’energia e la materia stessa. Tra i progetti pensati dagli studenti, verificati con modelli in scala in polistirolo lavorato con filo a caldo, tre sono stati selezionati e realizzati al vero in pietra naturale. Anche da Vincenzo Minenna (Politecnico di Bari) e Massimo Russo (Università di Chieti Pescara) sono state mostrati i passaggi dalla fase di studio, nei laboratori di tesi o nei corsi, dalla genesi della forma con raffinate simulazioni geometriche alla realizzazione dei prototipi, facendo arrivare con emozione gli studenti al momento dell’esecuzione dei loro progetti.
Percorso che ha avuto luogo anche all’interno di un’Accademia di Belle Arti, quella di Verona, dove Sotirios Papadopoulos in collaborazione con importanti realtà del territorio ha condotto uno studente alla realizzazione di Random, un rivestimento murale formato da lastre di forma esagonale regolare divise in due parti simmetriche dalle differenti finitura, combinabili in una molteplicità di varianti.

credits

Marmomac 2018
YOUNG STONE PROJECT
Sperimentazioni litiche nelle università
a cura di Raffaello Galiotto e Vincenzo Pavan

ricerche

Politecnico di Bari, Dipartimento di Architettura
Università di Pescara, Dipartimento di Architettura
Università di Roma La Sapienza, Dipartimento di Ingegneria Civile Edile
Università di Ferrara, Dipartimento di Architettura
Accademia di Belle Arti di Verona, in collaborazione con la Scuola San Zeno di Sant’Ambrogio di Valpolicella, settore marmo, e la Scuola Edile di Verona

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