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La Pietra Arenaria: quali caratteristiche presenta e gli impieghi più comuni

La pietra arenaria, nota anche semplicemente come arenaria, è una roccia sedimentaria composta da granuli di composizione mineralogica varia, in base all’area di provenienza, che per aspetto ricordano la sabbia.

Questa pietra, molto resistenze all’abrasione e all’alterazione chimica, è piuttosto diffusa e parecchio utilizzata in vari settori, specialmente quello edile.

Ecco tutto quello che dovete sapere sulla sua composizione e sul suo impiego!

come si forma la roccia arenaria?

L’arenaria è una roccia clastica (ovvero derivante da sedimenti i cui elementi costitutivi sono accumuli di frammenti litici di altre rocce alterate), che si ottiene dalla cementazione di sabbie in periodi diversi, a seguito del trasporto subaereo o grazie all’azione delle correnti d’acqua.

Come accennato nell’introduzione, i granuli che la costituiscono presentano una composizione mineralogica diversa, e sono tra loro legati da un particolare cemento (per lo più carbonato di calcio o silice). 

Quest’ultimo è originato dalla precipitazione chimica di minerali formati da ioni presenti nelle acque circolanti fra i pori interstiziali.

La pietra arenaria è una delle più comuni dei depositi di avanfossa (una depressione che si forma al limite di un’area continentale, generalmente a ridosso di bacini che si trovano su pendii e su basamenti fagliati), e occupa generalmente la parte basale dei depositi torbiditici.

L’arenaria di avanfossa è peculiare in quanto la dimensione dei granuli diminuisce dalla base al tetto dello strato; inoltre, non è insolito trovare, a questo livello, delle tracce fossili.

Proprio grazie alla forma dei singoli granuli, è possibile individuare le origini del sedimento: quelli marini e fluviali, ad esempio, presentano una forma che va da angolosa a leggermente arrotondata, mentre quelli eolici sono arrotondati e levigati.

Infine, la roccia ha un peso di volume che varia da 2 a 2,6 tonnellate/m3, in base alla sua composizione e porosità. In Italia, l’arenaria di avanfossa è molto diffusa nelle formazioni dell’Appennino Settentrionale.

come riconoscere l’arenaria?

Tra i granuli dell’arenaria, troviamo un materiale fine (noto come matrice) che riempie gli spazi tra un granulo e l’altro: tale matrice si identifica come sindeposizionale (se si deposita insieme ai granuli), o postdeposizionale (se si deposta in seguito alla sedimentazione dei granuli). Il primo caso si ha in presenta di correnti di torbida, mentre il secondo avviene per infiltrazione o per bioturbazione dovuta agli organismi che vivono sul fondo. Il cemento invece, come visto in precedenza, è quasi sempre di origine diagenetica. 

Ed è proprio grazie alla quantità di matrice e cemento che è possibile distinguere le arenarie dalle altre rocce sedimentarie; ecco le percentuali e i nomi di cui tenere conto:

  • Peliti: quando la matrice è presente in percentuali maggiori del 75%
  • Grovacche: quando la matrice è presente in percentuali comprese fra il 75% e il 50%
  • Subgrovacche: quando la matrice è presente in percentuali comprese fra il 50% e il 15%
  • Areniti: quando la matrice è presente in percentuali inferiori al 15%

come viene utilizzata l’arenaria

L’arenaria viene particolarmente utilizzata nell’ambito dell’edilizia anche pubblica, ad esempio per la realizzazione di centri storici e, in passato, di mura. In casa trova invece amplio utilizzo per la produzione di camini, soglie e vialetti.

La sua frequente presenza nell’outdoor è dovuto alla sua incredibile resistenza e alla capacità di assorbire l’acqua. 

L’arenaria, viene comunque apprezzata anche a livello di interior design per le tonalità cromatiche con cui si presenta e per la sua granulometria.

Infatti, può essere sottoposta a diverse lavorazioni, il che la rende una pietra versatile e molto amata per diversi utilizzi.

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